venerdì 29 febbraio 2008

il pistacchio intellettuale

Ieri ho approfittato di una breve fuga per sperimentare il lavoro di un'altra ottima gelateria genovese:
Cremeria delle Erbe
Piazza delle Erbe,
15
Genova Tel 0102469254
Ovviamente ho preso pistacchio e ...millefoglie, che hanno suscitato in me tanti ricordi;) Questo è l'articolo che faceva bella mostra di sè su una parete della gelateria:


Il pistacchio intellettuale

di Ascanio Celestini
Passeggiando, gelato in mano, fra piazzette, vie e mercatini. Riflettendo sul ruolo dell'intellettuale al giorno d'oggi, che dimentica la realtà per ingozzarsi.
Franco mi aspetta a piazza delle Erbe. Ci prendiamo un gelato e io lo prendo al pistacchio. Offre lui e dice che "quest'anno ho tenuto un corso sugli attori che scrivono, su di voi. È vero che hai cominciato perché t'eri comprato il computer?" Ché io da ragazzino non scrivevo. Io bucavo il quaderno quando cancellavo con la gomma e spennellavo col bianchetto come un impressionista. A me piace il foglio virtuale dove cambi carattere, allineamento e spaziatura. Dove il documento è un naufrago che affoga nello schermo fino a quando non lo vai a salvare. Passi con la freccia sul dischetto e lo infili in un'icona di qualcosa che non hai bisogno di capire. Così come non serve conoscere i procedimenti per la produzione della carta per scrivere Guerra e Pace.Davanti a Palazzo Ducale ci sta il mercato dell'antiquariato e sui muri delle case ammucchiate tra i vicoli ci stanno le scritte dedicate a Angelo Bagnasco. Gli hanno mandato a casa una busta con i proiettili. Il giornale scrive che è un residuato della guerra come i gingilli che vendono in questo mercato. E chissà se l'attentatore virtuale li ha comprati su una bancarella o ce li aveva a casa, eredità di un nonno bersagliere. Franco sorride mentre guarda gli orologi scrostati in una teca. "Ce l'ho anche io una cipolla come questa – dice - mio nonno era orologiaio". "Anche mio padre era artigiano – dico - ma io sono finito in teatro, ho incominciato a scrivere al computer".Eppure l'intellettuale dovrebbe essere un mestiere pratico. Un orologiaio che legge l'ora, ma conosce anche il meccanismo che muove le lancette. "Gli intellettuali devono ricominciare a fare!" dico a Franco mentre il pistacchio è già finito e il cono si sta ammosciando. Quando ero bambino lo sceglievo solo per il colore, come il gelato al Puffo, quello azzurro che sapeva solo di azzurro, invece adesso mi pare di sentire proprio il sapore dei pistacchi e ci trovo più piacere. "Ché non lo mangio mai il gelato –dico- ma quando prendo un cono mi viene voglia di mangiarmene dieci di seguito". È questa la trappola dell'intellettuale. Si mangia il gelato, ci prende gusto e incomincia a ingozzarsi di pistacchio. Se qualcuno lo rimprovera di essersi distratto dalla realtà, lui si trova una giustificazione letteraria. Continua a leccare trasformando anche il pistacchio in letteratura. L'ozio letterario diventa obesità.
"Ma gli intellettuali siamo noi – dico - e dobbiamo buttarci nella realtà anche se è una rissa. Gettarcisi dentro pure se l'azione consisterà solo nel prendere schiaffi". È difficile agire quando hai le mani occupate dal gelato. Il cono da due euro arresta la rivoluzione e trasforma l'uomo d'azione in un intellettuale con la cravatta sporca di pistacchio. Eppure mi ha fatto piacere passeggiare con Franco in questa domenica genovese tra le dichiarazioni degli arcivescovi e il terrorismo dei grafomani, tra le dichiarazioni di fede o laicità e le lettere coi residuati di guerra. Ci allontaniamo lasciando gli orologi e le vecchie stufe, i pitali e i lumi a petrolio. La rissa della realtà ci ha schivato per mezzo pomeriggio. Da domani inizia la dieta. Saluti a Franco, nocciola e caffè.
(05 giugno 2007)

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