venerdì 20 marzo 2009

Socca!


La socca est le nom donné à une spécialité culinaire d'origine de Ligurie, consommée de Nice à Menton. À partir de Vintimille jusqu'au environ de La Spezia, elle a le nom de farinata.

Insomma anche in Costa Azzurra c'è la farinata! Non che sia più buona, ma un po' più leggera e digeribile ...questo sì, perchè meno untuosa!
Lou Pilha Leva
10, Rue de la Collet 06300 Nice, tel 0493139908

veritable cuisine popolaire Nicoise

venerdì 13 marzo 2009

gnocchi di rape e patate al burro e salvia



3 patate
1 rapa
1 uovo
sale e farina q.b.
Lessare separatamente la rapa e le patate con la buccia; pelarle ancora calde e passarle con lo schiacciapatate, salarle e aggiungere la farina e l'uovo.
Impastare velocemente sulla spianatoia infarinata, in modo da ottenere un panetto morbido di forma allungata. Tagliare delle porzioni e, aiutandosi con le mani, allungarle sulla spianatoia ottenendo dei cilindri spessi un dito da cui si possono tagliare gli gnocchi di 2-3 cm.
Portare a bollore abbondante acqua salata e versare gli gnocchi. I tempi di cottura sono velocissimi. Scolarli non appena risalgono in superficie. Condirli con burro e salvia

giovedì 12 marzo 2009

Il Sushi e i miei grandi amici



I miei amici organizzano le feste più belle e interessanti quando io non vi posso partecipare, cioè quando non ci sono, chissà perchè :) Così ieri sera c'è stata una festa a base di Sushi e altre specialità giapponesi... Da quello che ho potuto intuire, però, le abilità culinarie dello chef stavolta non sono state molto apprezzate...e che vvuo fà? L'arte non è mai compresa :-p
Una dettagliatissima spiegazione per la preparazione si trova qui

mercoledì 11 marzo 2009

Riso in rosa



Una ricettina in due righe:
Lessare del riso basmati e condirlo solo con yogurt bianco naturale (che non sia yogurt greco) e mescolarlo con rape rosse cotte a vapore e tagliate e piccoli cubetti.


Il cous cous di Veronica


Ce la fate ad aspettare qualche giorno per avere la ricetta?

sabato 7 marzo 2009

Shocran :)


Tè marocchino alla menta, inserito originariamente da Al lardo!2.

Da un po' di tempo condivido le mie giornate con una mediatrice culturale(non perchè ne abbia bisogno in quanto meridionale:) dalle mille risorse e conoscenze nei campi più svariati, ma ciò che è più importante, in quello culinario: la passione che ci ha fatto incontrare :)
Dunque sto scoprendo assieme a lei angoli di Genova e pezzi di mondo che non conoscevo, questo post è solo il primo a raccontare una serie di scorribande che ci vedranno protagoniste per i labirintici carrugi genovesi.

Tè marocchino alla menta

Per poter godere appieno di tutte le sfumature di gusto che questo tè può offrire, bisogna disporre della teiera marocchina, tanto per cominciare, poi del tè verde e delle foglie di menta fresche, in pratica si può fare a meno solo dei bicchieri tipici ;)
Versare l'acqua nella teiera, quando giunge al punto di ebolizione aggiungere un cucchiaino di tè in granuli e dopo pochi minuti le foglioline di menta. In seguito, unire all'infuso tre cucchiai di zucchero e, per tre volte vuotare l'infuso in un recipiente a parte e riversarlo nella teiera in modo che lo zucchero si sciolga completamente.
Nel versarlo nel bicchiere, il tè deve cantare!

mercoledì 4 marzo 2009

Ode all'arancia


marmellata, inserito originariamente da Al lardo!2.


MARMELLATA DI ARANCE AMARE
1 kg di arance amare, I kg e 1/2 di zucchero
Si devono far cuocere le arance amare nell'acqua finché si possano bucare con uno stuzzicadenti; quindi si devono lasciare in acqua fresca per 2 giorni cambiando spesso l'acqua. Si tagliano poi a fette sottili eliminando i semi e il più possibile i filamenti interni. Pesarle e metterle al fuoco, senza acqua, e con il solo zucchero (per ogni kg di arance occorre I kg e /12 di zucchero). Si deve far bollire adagio, rimestando spesso e levando dal fuoco prima che lo sciroppo si condensi troppo.

A somiglianza tua,
a tua immagine,
arancia,
si fece il mondo:
rotondo il sole, circondato
per spaccarsi di fuoco:
la notte costellò con zagare
la sua rotta e la sua nave.
Così fu e così fummo,
oh terra,
scoprendoti,
pianeta arancione.
Siamo i raggi di una sola ruota
divisi
come lingotti d’oro
e raggiungiamo con treni e con fiumi
l’insolita unità dell’arancia.

Patria
mia,
gialla
chioma,
spada dell’autunno,
quando
alla tua luce
ritorno,
alla deserta
zona
del salnitro lunare,
alle difficoltà
strazianti
del metallo andino,
quando
penetro
il tuo contorno, le tue acque,
lodo
le tue donne,
guardo come i boschi
equilibrano
uccelli e foglie sacre,
il frumento si accumula nei granai
e le navi navigano
per oscuri estuari,
comprendo che sei,
pianeta,
un’arancia,
un frutto del fuoco.

Sulla tua pelle si riuniscono
i paesi
uniti
come settori di un solo frutto,
e Cile, al tuo fianco,
elettrico,
incendiato
sopra
il fogliame azzurro
del Pacifico
è un largo recinto di aranci.

Arancione sia
la luce
di ciascun
giorno,
e il cuore dell’uomo,
i suoi grappoli,
acido e dolce siano:
sorgente di freschezza
che abbia e che preservi
la misteriosa
semplicità
della terra
e la pura unità
di un’arancia
1956

Pablo Neruda

chiamatemi maestra!


torta laurea

Il dolce che si nasconde sotto questo strato rosso spesso spesso è una caprese al limone, di cui ho già parlato ampiamente nel blog:) Non avevo mai tentato con la decorazione e i risultati non mi sono sembrati poi così negativi, anche se ho fatto tutto molto in fretta ed è stato un errore stendere quel velo di marmellata per attaccare il cappellino e la pergamena...
Va bè, magari ci riprovo alla prossima!

Marzapane
125g di mandorle spellate (non tostate) o di farina di mandorle
125g di zucchero a velo
un albume
qualche goccia di essenza di mandorle

Macinare le mandorle in modo che siano finissime. Se non saranno sufficientemente fini il marzapane non verra' mai liscio e tendera' a strapparsi.
Nel robot ,con il calore delle lame , le mandorle tendono a rilasciare il loro olio ed a diventare una pasta. Per evitare l'inconveniente metterle un'ora in freezer prima di tritarle e unire un cucchiaio di zucchero a velo nel robot mentre le si passa.
Versare quindi le mandorle tritate finissime o la farina di mandorle , l'albume , lo zucchero a velo e l'essenza di mandorle in una ciotola. Amalgamare e impastare tutto fino a formare un impasto liscio e compatto da lavorare col matterello.



la ricetta del marzapane è stata presa da
http://www.cookaround.com/yabbse1/showthread.php?t=36464la.

giovedì 26 febbraio 2009

Gli arancini siciliani


Adelina ci metteva due jornate sane sane a pripararli. Ne sapeva, a memoria, la ricetta. Il giorno avanti si fa un aggrassato di vitellone e di maiale in parti uguali che deve còciri a foco lentissimo per ore e ore con cipolla, pummadoro, sedano, prezzemolo e basilico. Il giorno appresso si pripara un risotto, quello che chiamano alla milanìsa, (senza zaffirano, pi carità!), lo si versa sopra a una tavola, ci si impastano le ova e lo si fa rifriddàre. Intanto si còcino i pisellini, si fa una besciamella, si riducono a pezzettini 'na poco di fette di salame e si fa tutta una composta con la carne aggrassata, triturata a mano con la mezzaluna (nenti frullatore, pi carità di Dio!). Il suco della carne s'ammisca col risotto. A questo punto si piglia tanticchia di risotto, s'assistema nel palmo d'una mano fatta a conca, ci si mette dentro quanto un cucchiaio di composta e si copre con dell'altro riso a formare una bella palla. Ogni palla la si fa rotolare nella farina, poi si passa nel bianco d'ovo e nel pane grattato. Doppo, tutti gli arancini s'infilano in una padeddra d'oglio bollente e si fanno friggere fino a quando pigliano un colore d'oro vecchio. Si lasciano scolare sulla carta. E alla fine, ringraziannu u Signiruzzu, si mangiano!

A. Camilleri, Gli arancini di Montalbano

cfr. http://www.vigata.org/index.html


martedì 24 febbraio 2009

Carnevale si chiamava Vincenzo!



Il gioco dei se
Se comandasse Arlecchino
il cielo sai come lo vuole?
A toppe di cento colori
cucite con un raggio di sole.

Se Gianduia diventasse
ministro dello Stato,
farebbe le case di zucchero
con le porte di cioccolato.

Se comandasse Pulcinella
la legge sarebbe questa:
a chi ha brutti pensieri
sia data una nuova testa

Gianni Rodari

Bomboloni alla Nutella

500 g farina manitoba
500 g patate lesse, tiepide e passate al passaverdura
2-3 uova intere
25 g lievito di birra
100 g zucchero
100 g burro morbido
1 pizzico sale
1 bustina vanillina
buccia grattugiata di 1 limone
olio per friggere
zucchero semolato
cannella
nutella

Impastare insieme tutti gli ingredienti, far lievitare per almeno mezz'ora. Formare i krapfen :stendere l'impasto, ricavare tanti dischi, al centro mettere un cucchiaino di nutella e richiudere con l'altro disco pigiando bene con le dita. Lasciar lievitare fino al raddoppio coprendo bene le ciambelle con un telo di cotone. Friggere in abbondante olio, sgocciolare e passare nello zucchero e nella cannella


sabato 21 febbraio 2009

malinconie incrociate


pandolce artigianale, inserito originariamente da Al lardo!2.

PASTICCERIA BAR GIUSE
32/R., VIA S. LORENZO
16123 Genova (GE)
tel: 010 2472999

Forse sono ancora troppo inesperta, ma sono poche le pasticcerie genovesi in grado di riempire davvero gli occhi e la bocca di delizie, questa è una delle poche, dove ho mangiato, prima di tornare a Surriento, una sfogliatella che non mi ha fatto rimpiangere quelle napoletane...Ci torno spesso e volentieri anche perchè è sempre piena di bambini :)

domenica 15 febbraio 2009

Pe 'mmare nun ce stanno taverne


da vittorio a chiavari, inserito originariamente da Al lardo!2.



Trattoria da Vittorio
Via Bighetti, 33
16043 Chiavari
tel 0185 39 50 93

Negli ultimi tempi sono sempre in giro e per pranzo non posso permettermi di mangiare sempre focaccia, kebab, o panini vari...Così sto andando alla scoperta progressiva di tutte le trattorie del circondario che offrono piatti caldi, genuini, a prezzi "umani", in un ambiente spartano ma caratteristico. Una delle prime trattorie che ho avuto il piacere di conoscere grazie ai miei amici Elisa e Andrea è "Da Vittorio" a Chiavari. Peccato non esserci più tornata:)
Nella foto l'insegna del locale altro non è che il testo di rame per cuocere la farinata o le torte di verdura...

giovedì 12 febbraio 2009

il pane e le storie


Bè, io non sono una donna di parole. Oggi ne ho già dette tante. Volevo dire che tra fare le storie e fare il pane non c'è poi tanta differenza. Anche le storie vanno impastate. Prendi un uomo, aggiungi una dea, poi mettici un po' di destino. E' la farina: sono le parole. Mescola, mescola. Bagna con olio: il sapore della sorpresa. Aggiungi sale: il gusto dell'amore. I cambiamenti sono il lievito. Impasta, impasta. Aspetta: manca un po' di sale, un'erba profumata. Aggiungi. Aspetta il tempo della crescita. Inforna. Addenta. Questo per dire che saper fare una storia e saper fare il pane è importante. Tutti e due ci fanno venire fame; tutti e due, se sono ben fatti, ci saziano. Ecco perchè, se permettete, ci sto anch'io, fra tutte queste donne, maghe, eroine di cui scrivete voi che scrivete le storie. Io, la panettiera. Vorrei che parlaste del mio pane, di come sono brava a prepararlo, a cuocerlo. Vorrei che qualcuno ne scrivesse. Se scrivi del pane, diventa tuo. Se scrivi una storia, diventa tua. Anche se la ascolti. Abbiamo bisogno delle storie come del pane.
B. Masini, Zenaide, da Signore e signorine, Edizioni EL

Un po' di campanilismo



Mi sono accorta che negli ultimi tempi scarseggiano le ricette e le preparazioni originali(questo dipende dalla mancanza di un forno, dei fuochi e di un piano di lavoro... che presto riavrò a disposizione) ma soprattutto si registra la tendenza a trascurare un po' la mia terra... E quindi per ovviare a questa grave mancanza ecco il consiglio di una delle pizze da me più amate, quella del Ristorante da Francesco a Schiazzano (fraz. di Massa Lubrense), che tra l'altro consiglio anche per la cucina... gli gnocchi di pesce agli agrumi sono il mio primo preferito! Chi può, ci vada al posto mio :)
Ristorante da Francesco
Piazzetta Schiazzano, 3
80061 Massa Lubrense (Na)


martedì 10 febbraio 2009

regalo di compleanno


Per il compleanno mi sono regalata un giro a Turin. Dopo aver letto e studiato attentamente il libro di Giuseppe Culicchia, Torino è casa mia, ho deciso che avrei festeggiato "brindando" con un bel bicerin, dolce bevanda che non ha tradito le mie attese...Mi ha stupito lo sdoppiamento provato nel vedere accanto a me tre ragazze che fotografavano come me lo stesso bicchiere e che non hanno deciso di accompagnare questa dolcezza a dei semplici biscottini, ma ad una fetta di torta immersa in una bollente salsa al cacao...Probabilmente devo ritornare, anche perchè non ho avuto il tempo di assaggiare lo zabajone...

Caffè Al Bicerin
piazza della Consolata 5
10122 Torino – Italia
Tel +39 011 4369325
bicerin@bicerin.it

"Sedersi al Bicerin è uno dei grandi momenti della vita: il soffitto basso, i tappeti rossi, le pareti di legno chiaro, il pavimento comnumato dai passi dei clienti, le scatole di krumiri dietro le vetrine, la macchina del caffè enorme sul piccolo banco, la porta che da sul laboratoriodove la cioccolata cuoce per quattro ore prima di essere pronta per un 'bicerin', la bevanda al caffè, crema e cioccolata tipica di Torino, tutto complotta insomma a favore del fatto che la giornata cominci, grazie al semplice gesto di varcare la soglia di questo locale, in modo perfetto. Data la vicinanza con tutta una serie di istituzioni ecclesiastiche, il Bicerin è frequentato anche dai membri di tali istituzioni. E mentre seduti guardate di fronte a voi l'esile suorina che sorseggia la sua divina mistura, non potete fare a meno di chiederv se più tardi, al cospetto del suo confessore, la Sposa del Signore ammetterà d iavere commesso un simile peccato. Peccato che, contrariamente alle apparenze, non è un semplice peccato di gola. Fermarsi al Bicerin in Piazza della Consolata a bere un 'bicerin', anche se in piedi, ha a che fare con la lussuria."

G. Culicchia, Torino è casa mia, Laterza Contromano

sabato 31 gennaio 2009

A carcioffola s'ammonna a 'na fronna â vota.


carciofi fritti, inserito originariamente da al lardo! al lardo!.

Stasera ho molto tempo a disposizione quindi mi dilungherò sulla carcioffola:)ovvero sul carciofo, questo sconosciuto, prima di passare a una ricetta semplice semplice e molto amata a casa mia: i carciofi fritti.

A carcioffola s'ammonna a 'na fronna â vota.

Come spiegato in maniera molto approfondita da questo bel blog l'espressione significa letteralmente: il carciofo va mondato brattea a brattea.
Id est: le cose vanno fatte paulatim et gradatim, con calma e pazienza; se si vogliono ottenere risultati certi bisogna procedere lentamente e con giudizio.
carcioffola = carciofo sost. femm. forma diminutiva (vedi suff. ola) e femminilizzata derivata dall’arabo kharshuf.
ammonna voce verbale (3° p. sing. ind. pres.) dell’infinito ammunnà= pulire, mondare derivato dal b. lat. ad + mundare con doppie assimilazioni: dm→mm e nd→nn per cui admundare à dato ammunnare/ammunnà.

Dopo esserci occupati dell'etimologia passiamo ai fatti concreti:)

Prendere due carciofi, privarli delle foglie coriecee, tagliare il gambo e dividerli in due parti; tagliare questi mezzi carciofi a fette. Dopo averli tagliati, gettarli nell’acqua e limone e asciugarli alla buona gettandoli subito nella farina perché vi resti bene attaccata.
Montate a mezzo la chiara di un uovo, ché uno solo basta per due carciofi, poi nella chiara mescolate il tuorlo e salatelo. Scuotere la farina superflua dai carciofi e dopo passarli nell’uovo, infine nel pane grattugiato.
Gettare i pezzi a uno a uno in padella nell'olio ben caldo e quando avranno preso un bel colorito dorato toglierli dal fuoco e servirli caldi caldi.


venerdì 30 gennaio 2009

Gino Paoli, e la panna più buona di Zena

L'altra sera c'era Gino Paoli a Che tempo che fa : mi è piaciuta molto l'intervista e soprattutto ciò che ha detto sulla pietà, e sul fatto che nelle canzoni(e nelle emozioni che esse suscitano) ognuno ci trova ciò che vuole a seconda della propria sensibilità, insomma tutto è puro per i puri !
Ma ciò che mi ha incuriosito di più è stato scovare la cremeria in cui andava da bambino, in tempo di guerra, per assaporare "una botta di vita" assieme alla madre, ovvero la panna che si fa a via Luccoli, tra vico Casana e piazza Soziglia, nel cuore del cuore del centro storico, tra i carrugi dove si trovano le botteghe più antiche della città.

Cremeria Buonafede
via Luccoli 21,
tel 010 247 42 19, Genova
Genova

giovedì 29 gennaio 2009

naviganti senza navigare mai, ovvero il sushi take away consumato al sole sulla nave Italia



Synthesy Sushi Bar e Restaurant
via Canneto il lungo 102
Genova

Cominciamo col dire che sono una perfetta ignorante a proposito di cucina etnica, men che meno di quella giapponese, quindi non sono stata in grado di apprezzare appieno tutta la storia e la cultura racchiusa in queste piccole composizioni di riso e verdure e pesce... quello che so invece cogliere molto bene è la compagnia delle mie nuove amiche ed il sole in faccia da godere mentre si mangia stesi sui legni della Nave Italia, una vera e propria nave ormeggiata sul molo dedicato a De Andrè nel Porto Antico di Genova...Insomma, si può girare il mondo anche restando attraccati al porto, se si vuole :)

e... non ha prezzo!




mercoledì 28 gennaio 2009

dopo i confetti arrivano i difetti

copertina

Sono molto felice :)
Per festeggiare mi sono fatta portare i confetti da Sorrento, ai gusti di limone e di arancia, giusto per rimarcare un po' le mie radici :)

cucinare in riva al mare


Sgabei a Lerici, inserito originariamente da al lardo! al lardo!.
Per ricominciare a postare, a grande richiesta:) una ricettina facile facile, prendendo spunto da questa foto scattata più di un mese fa a Lerici, quella degli SGABEI, che a me ricordano vagamente le pizze fritte ;) anche se hanno una forma diversa e non si farciscono con mozzarella e pomodoro ma generalmente coi salumi e lo stracchino...
600 gr di farina
olio sale
20 gr di lievito
acqua calda
Disporre la farina a fontana e al centro versarvi il lievito sciolto in un po' di acqua calda, impastare aiutandosi con acqua calda fino a formare una palla liscia da far riposare. Quando l'impasto sarà raddoppiato di volume stenderlo sulla spianatoia fino a formare uno strato di circa due cm, poi tagliarlo in tante striscioline e friggerle in abbondante olio caldo. Salare e condire.

mercoledì 14 gennaio 2009

chiuso per amore dell'arte



Io non vado a dipingere...
ma per il momento ho CHIUSo PER MANUTENZIONE e non ho neppure un forno e dei fuochi con cui poter cucinare...
Ci si rivede a fine gennaio!:)chiuso per amore dell'arte

domenica 4 gennaio 2009

un dolce contrasto

napoletanamenterustici

Pasticciotti rustici napoletani

Oggi è il compleanno del mio piccolo vicino di casa, Vincenzo, un bambino molto fortunato: per festeggiarlo tutta la sua numerosa famiglia è venuta da Napoli e dintorni e le donne della casa hanno preparato da mangiare per un esercito, più che per una festa, com'è tipico del costume partenopeo:)
Nell'occasione sono andata a sbirciare tra i fornel
li con la mia macchinetta e ho avuto la fortuna di conoscere la signora Anna che ha voluto condividere con me la ricetta di questi rustici spettacolari, dalla frolla dolce e dal ripieno salato.
Pasta brisee

1kg di farina
300gr di strutto
300gr di zucchero

175 cl di acqua
1 pizzico di ammoniaca
Ripieno
600 gr di ricotta

250 gr di salame a pezzetti
3 uova
parmigiano reggiano

sale
pepe


Buon Compleanno!:)

venerdì 2 gennaio 2009

Al bar Sport trent’anni dopo



Bar del Carmine
Piazza T.Tasso,39
80067 Sorrento

I cocktail di Luca e Laura :)

Da "Bar Sport Duemila" di Stefano Benni, Feltrinelli:

I cocktail pesi

Specialità del barista peso sono i cocktail pesi, antiche ricette di un'alchimia della distruzione epatica di cui si va perdendo la tradizione. Ve ne diamo alcuni esempi:
Caffè corretto (per tirarsi su)
Una tazzina di caffè
Un bicchiere di cognac
Un bicchiere di grappa
Un bicchiere di Vov
Tre mestoli di minestra di fagioli
Pepe, peperoncino, noce moscata
(guarnire con una baionetta)

Scrocca-e-vai
1/4 di vino bianco offerto dal barista
1/4 di birra rimasta nel boccale di Piero
1/4 dei fondi di sette crodini raccolti nella spazzatura
1/4 di gas liquido di accendino

Pitecantropus (long drink)

Un Campari
Una nocciolina
Un Campari
Una nocciolina
Un Campari
Una nocciolina
(e così via, a lungo, fino a un massimo di quattrocentocinquanta)

Desir de Paris(per chi ama l'esotismo)
1/3 Ville Lumiere(profumo da donna)
1/3 Peugeot(benzina rubata a un auto in sosta)
1/3 Grand Marnier(ottenuto strizzando un vecchio boero)


Nonmamapiù (You don't love me any more,
per scordare le delusioni sentimentali)
1/4 Trielina
1/4 Amaro del Carabiniere
1/4 Moscato di San Marino
1/4 Guttalax
Cinque puntine da disegno
Cinque pastiglie di barbiturico
(guarnire con un biglietto d'addio)

Un bicchiere di latte
Far alitare nel bicchiere l'idraulico Alessandro dopo che ha bevuto la ventesima vodka. Il latte prenderà una squisita gradazione alcolica.