giovedì 26 febbraio 2009

Gli arancini siciliani


Adelina ci metteva due jornate sane sane a pripararli. Ne sapeva, a memoria, la ricetta. Il giorno avanti si fa un aggrassato di vitellone e di maiale in parti uguali che deve còciri a foco lentissimo per ore e ore con cipolla, pummadoro, sedano, prezzemolo e basilico. Il giorno appresso si pripara un risotto, quello che chiamano alla milanìsa, (senza zaffirano, pi carità!), lo si versa sopra a una tavola, ci si impastano le ova e lo si fa rifriddàre. Intanto si còcino i pisellini, si fa una besciamella, si riducono a pezzettini 'na poco di fette di salame e si fa tutta una composta con la carne aggrassata, triturata a mano con la mezzaluna (nenti frullatore, pi carità di Dio!). Il suco della carne s'ammisca col risotto. A questo punto si piglia tanticchia di risotto, s'assistema nel palmo d'una mano fatta a conca, ci si mette dentro quanto un cucchiaio di composta e si copre con dell'altro riso a formare una bella palla. Ogni palla la si fa rotolare nella farina, poi si passa nel bianco d'ovo e nel pane grattato. Doppo, tutti gli arancini s'infilano in una padeddra d'oglio bollente e si fanno friggere fino a quando pigliano un colore d'oro vecchio. Si lasciano scolare sulla carta. E alla fine, ringraziannu u Signiruzzu, si mangiano!

A. Camilleri, Gli arancini di Montalbano

cfr. http://www.vigata.org/index.html


martedì 24 febbraio 2009

Carnevale si chiamava Vincenzo!



Il gioco dei se
Se comandasse Arlecchino
il cielo sai come lo vuole?
A toppe di cento colori
cucite con un raggio di sole.

Se Gianduia diventasse
ministro dello Stato,
farebbe le case di zucchero
con le porte di cioccolato.

Se comandasse Pulcinella
la legge sarebbe questa:
a chi ha brutti pensieri
sia data una nuova testa

Gianni Rodari

Bomboloni alla Nutella

500 g farina manitoba
500 g patate lesse, tiepide e passate al passaverdura
2-3 uova intere
25 g lievito di birra
100 g zucchero
100 g burro morbido
1 pizzico sale
1 bustina vanillina
buccia grattugiata di 1 limone
olio per friggere
zucchero semolato
cannella
nutella

Impastare insieme tutti gli ingredienti, far lievitare per almeno mezz'ora. Formare i krapfen :stendere l'impasto, ricavare tanti dischi, al centro mettere un cucchiaino di nutella e richiudere con l'altro disco pigiando bene con le dita. Lasciar lievitare fino al raddoppio coprendo bene le ciambelle con un telo di cotone. Friggere in abbondante olio, sgocciolare e passare nello zucchero e nella cannella


sabato 21 febbraio 2009

malinconie incrociate


pandolce artigianale, inserito originariamente da Al lardo!2.

PASTICCERIA BAR GIUSE
32/R., VIA S. LORENZO
16123 Genova (GE)
tel: 010 2472999

Forse sono ancora troppo inesperta, ma sono poche le pasticcerie genovesi in grado di riempire davvero gli occhi e la bocca di delizie, questa è una delle poche, dove ho mangiato, prima di tornare a Surriento, una sfogliatella che non mi ha fatto rimpiangere quelle napoletane...Ci torno spesso e volentieri anche perchè è sempre piena di bambini :)

domenica 15 febbraio 2009

Pe 'mmare nun ce stanno taverne


da vittorio a chiavari, inserito originariamente da Al lardo!2.



Trattoria da Vittorio
Via Bighetti, 33
16043 Chiavari
tel 0185 39 50 93

Negli ultimi tempi sono sempre in giro e per pranzo non posso permettermi di mangiare sempre focaccia, kebab, o panini vari...Così sto andando alla scoperta progressiva di tutte le trattorie del circondario che offrono piatti caldi, genuini, a prezzi "umani", in un ambiente spartano ma caratteristico. Una delle prime trattorie che ho avuto il piacere di conoscere grazie ai miei amici Elisa e Andrea è "Da Vittorio" a Chiavari. Peccato non esserci più tornata:)
Nella foto l'insegna del locale altro non è che il testo di rame per cuocere la farinata o le torte di verdura...

giovedì 12 febbraio 2009

il pane e le storie


Bè, io non sono una donna di parole. Oggi ne ho già dette tante. Volevo dire che tra fare le storie e fare il pane non c'è poi tanta differenza. Anche le storie vanno impastate. Prendi un uomo, aggiungi una dea, poi mettici un po' di destino. E' la farina: sono le parole. Mescola, mescola. Bagna con olio: il sapore della sorpresa. Aggiungi sale: il gusto dell'amore. I cambiamenti sono il lievito. Impasta, impasta. Aspetta: manca un po' di sale, un'erba profumata. Aggiungi. Aspetta il tempo della crescita. Inforna. Addenta. Questo per dire che saper fare una storia e saper fare il pane è importante. Tutti e due ci fanno venire fame; tutti e due, se sono ben fatti, ci saziano. Ecco perchè, se permettete, ci sto anch'io, fra tutte queste donne, maghe, eroine di cui scrivete voi che scrivete le storie. Io, la panettiera. Vorrei che parlaste del mio pane, di come sono brava a prepararlo, a cuocerlo. Vorrei che qualcuno ne scrivesse. Se scrivi del pane, diventa tuo. Se scrivi una storia, diventa tua. Anche se la ascolti. Abbiamo bisogno delle storie come del pane.
B. Masini, Zenaide, da Signore e signorine, Edizioni EL

Un po' di campanilismo



Mi sono accorta che negli ultimi tempi scarseggiano le ricette e le preparazioni originali(questo dipende dalla mancanza di un forno, dei fuochi e di un piano di lavoro... che presto riavrò a disposizione) ma soprattutto si registra la tendenza a trascurare un po' la mia terra... E quindi per ovviare a questa grave mancanza ecco il consiglio di una delle pizze da me più amate, quella del Ristorante da Francesco a Schiazzano (fraz. di Massa Lubrense), che tra l'altro consiglio anche per la cucina... gli gnocchi di pesce agli agrumi sono il mio primo preferito! Chi può, ci vada al posto mio :)
Ristorante da Francesco
Piazzetta Schiazzano, 3
80061 Massa Lubrense (Na)


martedì 10 febbraio 2009

regalo di compleanno


Per il compleanno mi sono regalata un giro a Turin. Dopo aver letto e studiato attentamente il libro di Giuseppe Culicchia, Torino è casa mia, ho deciso che avrei festeggiato "brindando" con un bel bicerin, dolce bevanda che non ha tradito le mie attese...Mi ha stupito lo sdoppiamento provato nel vedere accanto a me tre ragazze che fotografavano come me lo stesso bicchiere e che non hanno deciso di accompagnare questa dolcezza a dei semplici biscottini, ma ad una fetta di torta immersa in una bollente salsa al cacao...Probabilmente devo ritornare, anche perchè non ho avuto il tempo di assaggiare lo zabajone...

Caffè Al Bicerin
piazza della Consolata 5
10122 Torino – Italia
Tel +39 011 4369325
bicerin@bicerin.it

"Sedersi al Bicerin è uno dei grandi momenti della vita: il soffitto basso, i tappeti rossi, le pareti di legno chiaro, il pavimento comnumato dai passi dei clienti, le scatole di krumiri dietro le vetrine, la macchina del caffè enorme sul piccolo banco, la porta che da sul laboratoriodove la cioccolata cuoce per quattro ore prima di essere pronta per un 'bicerin', la bevanda al caffè, crema e cioccolata tipica di Torino, tutto complotta insomma a favore del fatto che la giornata cominci, grazie al semplice gesto di varcare la soglia di questo locale, in modo perfetto. Data la vicinanza con tutta una serie di istituzioni ecclesiastiche, il Bicerin è frequentato anche dai membri di tali istituzioni. E mentre seduti guardate di fronte a voi l'esile suorina che sorseggia la sua divina mistura, non potete fare a meno di chiederv se più tardi, al cospetto del suo confessore, la Sposa del Signore ammetterà d iavere commesso un simile peccato. Peccato che, contrariamente alle apparenze, non è un semplice peccato di gola. Fermarsi al Bicerin in Piazza della Consolata a bere un 'bicerin', anche se in piedi, ha a che fare con la lussuria."

G. Culicchia, Torino è casa mia, Laterza Contromano